La libertà delle idee
"Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta"
Dante Alighieri
(Purgatorio, canto I, versi 71-72)
ll 30 novembre1786, per la prima volta nel mondo, tortura e pena di morte furono abolite dall'ordinamento giuridico del Granduca di Toscana. La Regione celebra ogni anno questa conquista di civiltà con la "Festa della Toscana".
Una Festa solenne, ma anche un'occasione per ricordare, per coltivare la memoria delle proprie radici, della storia, e soprattutto del valore dei diritti umani e civili. Conquistarli è stata una lotta incessante. Un impegno non ancora terminato.
In troppi luoghi i diritti umani e civili vengono ancora calpestati. Troppo spesso sono solo parole vuote, private di ogni significato dalla violenza, dallo sfruttamento, dalla miseria, dall'ignoranza.
I giorni amari del terrorismo e della guerra dimostrano quanto ancora occorra perchè i diritti umani e civili, primo fra tutti il diritto alla vita, abbiano pieno riconoscimento nel mondo.
La Toscana deve fare la sua parte, la stessa che nel corso dei secoli le ha permesso di farsi riconoscere come terra di pace e di dialogo, di ospitalità e di rispetto, di tolleranza e di cultura. La Toscana deve contribuire ad abbattere il muro della povertà che divide il mondo. La Toscana deve impegnarsi perchè ovunque si affermino la giustizia e la libertà.
Senza giustizia e pace non c'è libertà. Senza libertà non c'è giustizia, nè pace. Quando ci sono terrorismo e guerra non ci sono nè libertà, nè giustizia.
Nel tempo in cui i fanatismi, fondamentalismi e pregiudizi alimentano gravi pericoli per l'umanità non c'è alternativa al dialogo. Per questo abbiamo scelto, come tema della nostra Festa, la "libertà delle idee".
Il futuro del mondo si costruisce con l'incontro delle culture, delle civiltà, delle idee. La "libertà delle idee" si realizza nella libertà delle persone, nell'affermazione ovunque dei loro diritti e doveri. E la libertà degli individui è la condizione indispensabile per avere una piena cittadinanza, capace di includere le diversità senza assimilarle, nè sottometterle.
In Toscana questa cittadinanza ha origini forti e profonde, è l'altra faccia della cultura della pace, della cooperazione, della giustizia, che da sempre caratterizza la nostra terra e le conferisce quel segno distintivo che l'ha resa e la rende riconoscibile ed apprezzata in tutto il mondo.
Claudio Martini
Presidente della Regione Toscana
Riccardo Nencini
Presidente del Consiglio regionale della Toscana