Volontariato, percorsi di libertà
Quando, appena sei anni fa, donne e uomini di tutto il mondo celebrarono l’arrivo del nuovo millennio, speranze e progetti parlavano di “millennio dello sviluppo”. Ma lo sviluppo non ci sarà senza la spinta di tutti gli attori, nazionali ed internazionali, per una società più giusta e civile. Il “volto sofferente” di famiglie e di popoli interi è ogni giorno sotto i nostri occhi. Nel nostro paese il disagio sociale ha le sembianze dei disabili, dei giovani emarginati, della povertà vecchia e nuova, dei minori abbandonati, degli anziani soli. Le varie forme di questa realtà sono tra di noi, in mezzo alla nostra società frammentata, spesso vulnerabile, che offre opportunità ma non ha ancora superato le esclusioni, e presenta bisogni che chiedono comprensione, attenzione e solidarietà. Abbiamo un deficit che è anche culturale e ci impedisce di vedere quello che spesso accompagna la nostra quotidianità. C’è una marginalità che sfugge alle maglie della protezione sociale organizzata dalle istituzioni e che le politiche regressive degli ultimi anni hanno contribuito ad allargare. Da queste maglie passano “i deboli fra i deboli”, poveri, malati gravi, disoccupati, anziani non autosufficienti. Per tutti questi il volontariato rappresenta un punto fermo, una mano amica. Uno studio realizzato recentemente in Europa ci dice che ogni euro investito nel volontariato ne produce otto. Ma c’è un aspetto ancora più importante: il volontariato è l’anima che alimenta il “capitale sociale” di una comunità. Una società dotata di un ricco “capitale sociale” avrà tassi di criminalità, di assenteismo scolastico e di conflitti multietnici meno elevati e, per tornare all’economia, un più alto tasso di crescita. Il volontariato costituisce dunque un ingrediente vitale di una società democratica. E’ questa la ragione per cui abbiamo voluto dedicare la Festa della Toscana 2006 ai volontari ed al volontariato. Nella nostra regione c’è una presenza estesa delle organizzazioni di solidarietà, che vede oltre tremilacinquecento associazioni operanti nel territorio, con origini secolari ed una diffusione capillare. L’esempio più pregnante viene proprio da quelle migliaia di cittadini, giovani principalmente, ma non solo, che accorsero a Firenze ed in Toscana in quei terribili giorni dell’alluvione del novembre 1966. Da quell’esempio nacque la nostra Protezione Civile. E’ il lascito di altissimo valore sociale della nostra storia più recente e del nostro progetto di cittadinanza responsabile. Possiamo ricordare le parole dell’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan, pronunciate nel 2001 in occasione dell’Anno Internazionale del Volontariato:
“Volontari da ogni parte del mondo stanno svolgendo un ruolo significativo nell’ambito del processo di sviluppo. Il volontariato è lo strumento indispensabile che permette alle persone, specialmente ai gruppi vulnerabili ed emarginati, alle persone anziane e ai disabili, di prendere parte alla vita delle loro società. Gli stessi volontari, stanno ampliando i loro network e quindi migliorando la loro capacità di imparare dagli sforzi altrui e di sostenere questi ultimi”. Il nostro auspicio è che un futuro più sicuro e solidale sia testimone e figlio del grande valore della solidarietà, dell’impegno di uomini liberi e responsabili che percorrono la strada dell’amicizia col mondo, consapevoli dell’importanza insostituibile dell’azione di ciascuno.
Claudio Martini
Presidente della Regione Toscana
Riccardo Nencini
Presidente del Consiglio regionale della Toscana