George Lakoff
Professore all’Università di Berkeley in California e Senior Yellow dell’Istituto Rockridge, è uno dei maggiori linguisti del nostro tempo ed è anche uno dei maggiori intellettuali statunitensi.
Lakoff ha dato contributi innovativi e fondamentali allo studio della metafora, non più intesa come figura retorica ma quale basilare processo cognitivo. Proprio partendo dalla riflessione sul linguaggio, Lakoff è intervenuto nel dibattito etico-politico americano, indagando i modelli di pensiero che sottostanno alle strategie comunicative dei democratici e dei repubblicani, e ha elaborato un modello di “politica morale”.
La sua ricerca teorica spazia dall’ambito della grammatica cognitiva, di cui è riconosciuto come uno dei principali ideatori, all’ambito dell’antropologia linguistica; ha compiuto indagini pionieristiche sulle basi cognitive della matematica così come indagini sulla correlazione fra schemi semantici e proprietà funzionali di specifiche strutture della corteccia cerebrale, in particolare mettendo in evidenza il ruolo dei neuroni-specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti; ha lanciato, insieme a Jerome Feldman, il progetto di una “teoria neurale del linguaggio”, che oggi coinvolge un vasto gruppo di neuroscienziati, linguisti, bioinformatici e studiosi di intelligenza artificiale presso l’International Computer Science Institute, affiliato all’Università della California a Berkeley.
I risultati delle ricerche condotte nell’ambito della linguistica cognitiva hanno portato Gorge Lakoff a essere riconosciuto come punto di riferimento per quell’area di studi in cui linguistica, psicologia cognitiva e neuroscienze si interfacciano. Oltre che in italiano, i suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue. Della sua bibliografia basti qui ricordare tre delle opere maggiori. Sono tre testi che hanno avuto ampia diffusione e sono diventati oggetto di discussione in tutto il mondo: il primo è una pietra miliare della linguistica cognitiva ed è ormai un ‘classico’: Metaphors we live by del 1980, scritto con Mark Johnson; il secondo è la raccolta di indagini di antropologia linguistico-cognitiva documentate in Women, Fire, and Dangerous Things: What Categories Reveal About the Mind, del 1987; il terzo è Philosophy in the Flesh, anch’esso scritto con Mark Johnson, del 1999, in cui il radicamento corporeo (embodiment) della cognizione – tema centrale della ricerca di Lakoff – gli ha permesso di individuare nei principali modelli della razionalità, della mente e del linguaggio, avanzati nel corso della storia, le rispettive metafore guida come modelli tipicamente difformi dal riconoscimento della corporeità umana. Per questo motivo, le idee di Lakoff rappresentano una svolta nel modo di intendere e di usare i nostri più comuni modelli di pensiero.
Alle specifiche ricerche in campo linguistico Gorge Lakoff ha unito una spiccata sensibilità filosofica per i problemi relativi al rapporto fra natura e cultura. Questa sensibilità ha improntato anche il modo in cui Lakoff applica, in maniera originale, i risultati conseguiti dalla linguistica cognitiva all’ambito dell’etica e del linguaggio politico. I suoi lavori sono in tal modo diventati il punto di riferimento per la tesi di una “mente incorporata” – incorporata attraverso schemi d’immagine e d’azione.
Si tratta di una tesi che è in contrasto con tutti i modelli della cognizione che suppongono la separabilità fra software e hardware, l’autonomia dei processi di elaborazione dell’informazione dal supporto materiale, l’indipendenza degli studi sulla cognizione di alto livello dagli studi sul cervello, ma ancor prima è in contrasto con un’idea che ha attraversato la storia del pensiero scientifico e filosofico occidentale fin dalle sue origini, cioè, l’idea di una ragione incorporea. Al riguardo, il titolo stesso di Philosophy in the Flesh è emblematico in relazione a Preti, perché ricorda il titolo di un saggio di Preti: In principio era la carne (pubblicato postumo, ma composto nel 1963-64).
A Preti unisce Lakoff anche il fatto di aver coltivato, accanto all’impegno scientifico e filosofico, una costante attenzione al linguaggio dell’etica e della politica (come testimonia il suo Moral Politics del 1996 e il recente saggio di aperto impegno civile Non pensare all’elefante, del 2006).
La complessità dei temi trattati dalla linguistica cognitiva, di cui Lakoff è figura di primo piano nel mondo, e in particolare dei temi relativi alla cognizione matematica, non ha impedito a Lakoff di esprimersi in una prosa cristallina, senza alcun gratuito tecnicismo ma anche senza venir meno a un solido impianto argomentativo, consentendo tanto a studiosi di altre aree disciplinari quanto al più vasto pubblico di comprendere le questioni trattate, di coglierne la portata filosofica, e infine di apprezzarne le implicazioni per una più autentica democrazia. La democraticità del sapere che si riflette in un sapere per la democrazia: un tema fondamentale anche per Preti.
Per questi motivi, sinteticamente espressi, il comitato scientifico di Pianeta Galileo è stato unanime nell’attribuire a George Lakoff il Premio Giulio Preti.