Ettore Casari
Nella prima metà del Novecento la logica ha ricevuto scarsa attenzione in Italia, mentre in Germania, così come in altri paesi europei e negli Stati Uniti, gli studi logici crescevano in ampiezza e profondità. Nel nostro paese, il significato del termine “logica” era quello corrente nell’alveo della tradizione idealistica.
Pochi furono i filosofi e i matematici italiani in grado di comprendere la nuova logica, definita come “simbolica”, “formale” o “matematica”, che aveva progressivamente acquisito una sua identità, costituendosi in corpus disciplinare autonomo, grazie soprattutto all’opera pionieristica di Frege, Russell e, successivamente, di Hilbert e della sua scuola; e pochi furono coloro che ne compresero l’importanza per la filosofia e per la scienza. Di questo sparuto gruppo fecero parte Giulio Preti e Ludovico Geymonat. Allievo di Peano, Geymonat considerava la logica soprattutto per il suo contributo alla filosofia della scienza, così come si era configurata nel neopositivismo. Preti scorgeva nella logica non solo il formato ideale del linguaggio scientifico ma, sviluppando un’idea basilare della filosofia analitica, la considerava anche strumento primario per l’analisi di qualunque tipo di discorso.
Non è a Geymonat né a Preti che si deve la rinascita degli studi di logica in Italia. Questa rinascita è principalmente merito di un allievo di Preti e Geymonat: Ettore Casari. Oltre ad aver contribuito in misura sostanziale alla diffusione della logica nel nostro paese, Casari ha portato la logica italiana al livello più alto in campo internazionale, unendo a un’ineguagliabile lezione di rigore una nitida riflessione, allo stesso tempo storica e teorica, sui fondamenti della matematica.
Nato a Smarano, in provincia di Trento, nel 1933, Casari si è formato a Pavia, ove si è laureato nel 1955 prima di specializzarsi all’Istituto per la logica matematica e l’indagine sui fondamenti di Münster in Westfalia. Come libero docente, nei primi anni sessanta ha tenuto corsi di Filosofia della scienza e di Logica nelle Università di Pavia e di Milano. Nel 1966 è stato chiamato alla cattedra di Filosofia della scienza a Cagliari e dall’anno successivo ha insegnato presso l’Università di Firenze fino al 1998, anno in cui è passato alla Scuola Normale di Pisa, andando in congedo nel 2006. Professore emerito dell’Università di Firenze, Casari è anche membro di prestigiose accademie nazionali e internazionali.
Una delle caratteristiche di maggior spicco dell’opera di Casari risiede nella feconda integrazione fra pura dimensione teorico-formale, dimensione storica e dimensione propriamente filosofica. Se le sue pagine sulla logica megarico-storica, su Brentano, Bolzano, Husserl, restano contributi fondamentali, Casari è anche riuscito a precisare con grande finezza sistemi di logica comparativa (Comparative logics, 1987) e una teoria degli interi e delle parti (On Husserl’s theory of wholes and parts, 2000).
Quanto alla dimensione filosofica, a Casari va il merito di aver pubblicato il primo testo in lingua italiana che fornisse un quadro della riflessione novecentesca sui fondamenti (Questioni di filosofia della matematica, 1964) e a questa riflessione ha contribuito poi con numerose ricostruzioni e studi originali, apparsi in italiano, inglese e tedesco.
Accanto a saggi teorici nei quali Casari ha introdotto nuovi concetti (come nel caso dei sistemi di logica su pre-gruppi), di grande pregio sono i suoi testi di carattere manualistico-istituzionale, dai Lineamenti di logica matematica (1959) alla Introduzione alla logica (1997) fino al recente La matematica della verità (2006), dai quali risalta l’importanza che Casari ha sempre attribuito alla presentazione sistematica degli argomenti e alla funzione didattica. Se c’è un’etica nella chiarezza e nel rigore scientifico, essa di generazione in generazione si trasmette in primis attraverso l’insegnamento; e gli allievi di Casari possono testimoniare di aver visto quest’etica realizzarsi nel suo magistero.
Per i motivi qui sinteticamente espressi, il comitato scientifico di Pianeta Galileo è stato unanime nell’attribuire a Ettore Casari il Premio Giulio Preti.