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La dichiarazione di Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva

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COMUNICATO STAMPA  n. 0838

 
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Istituzioni: modificata la normativa sugli incarichi regionali

La proposta di legge, che semplifica le procedure di nomina, è stata approvata con voto favorevole a maggioranza. Astenuto il centrodestra

 

di Cecilia Meli e Daniele Pecchioli, 28 luglio 2021

 

Approvata dal Consiglio regionale, con voto favorevole a maggioranza, una proposta di legge, d’iniziativa dei consiglieri Antonio Mazzeo e Federica Fratoni del Pd e di Stefano Scaramelli (Italia Viva), che modifica le disposizioni in materia di incarichi regionali. I gruppi di opposizione di centrodestra si sono astenuti. Illustrando l’atto all’aula, il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ha spiegato che la proposta di legge vuole semplificare le procedure di nomina e di designazione negli incarichi amministrativi regionali, ed in particolare di rendere meno stringenti le disposizioni della legge regionale 5/2008 sull'obbligo di presenza, nelle candidature e designazioni, di un numero pari di nominativi di entrambi i generi e sull'obbligo di rispettare, nelle nomine, la percentuale del 50% di presenza per ogni genere. “Disposizioni, queste ultime,- ha detto Bugliani - la cui applicazione ha reso alquanto difficoltoso il conferimento degli incarichi regionali. La proposta di legge conferma, comunque, il rispetto dei principi di buona amministrazione e di parità di genere”. “In questa prospettiva – ha proseguito - viene cambiata la disciplina degli elenchi regionali degli incarichi, stabilendo un diverso termine per la loro pubblicazione ed aggiornando le modalità di quest'ultima. Viene introdotto l'elenco regionale dei revisori legali, in formato elettronico, cui gli organi competenti possono accedere per conferire gli incarichi di revisore unico e di componente dei collegi sindacali e dei revisori dei conti. L'interessato chiede di essere inserito nell'elenco e comunica tempestivamente tutte le modifiche e aggiornamenti dei dati presentati con la domanda. Una semplificazione sia per l’amministrazione che per il cittadino”.
 
Cambia la disciplina sul divieto di conferire incarichi regionali per un periodo di due anni qualora vi sia stata la permanenza per due mandati consecutivi presso la stessa carica e nello stesso ente. Viene, invece, previsto che tale divieto scatti dopo tre mandati o comunque dopo una permanenza complessiva di dieci anni, svolti anche in cariche differenti e presso enti diversi.
 
Ancora, il vigente obbligo del 50% di presenza, nelle nomine, di soggetti di entrambi i generi viene mitigato con una previsione meno stringente che si limita a prevedere la necessaria presenza di entrambi i generi nelle nomine e designazioni contestuali di più soggetti. In caso di mancato rispetto di tale previsione, viene mantenuto l’obbligo di riequilibrio nell'anno solare successivo. Viene inoltre prevista la possibilità di derogare alla previsione relativa alla necessaria presenza di nominativi di entrambi i generi, esclusivamente negli atti di nomina dei componenti degli organismi che svolgono funzioni tecniche, salvo l’obbligo di motivazione delle ragioni della deroga.
 
Stefano Scaramelli(Iv) ha spiegato di aver presentato emendamenti, accolti, e aver lavorato affinché “nelle nomine tecniche si effettui un approfondimento aggiuntivo perché si giunga effettivamente a una parità di genere”, proponendo alcuni correttivi alla proposta di legge. “Troppo spesso infatti – ha detto – la parità di genere viene rispettata in fase di proposta ma poi, alla fine, con le nomine non si raggiunge mai il numero corretto”.
Marco Casucci(Lega) ha espresso “perplessità di natura formale, ma è soprattutto l’impianto della legge che non ci entusiasma”. “Un provvedimento così importante poteva essere fatto con più calma e con un adeguato confronto – ha aggiunto -. L’impianto così è debole e contraddittorio, per cui daremo un voto di astensione critica”.
 
Giovanni Galli(Lega) ha chiesto, visti i recenti accadimenti, che cosa si intenda con “genere”; domanda a cui ha risposto il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ribadendo che a oggi la norma è chiara e ci si riferisce a uomini e donne.
 
Secondo Vincenzo Ceccarelli (Pd) “la proposta di legge rappresenta un passo in avanti per l’applicazione della parità di genere e per garantire maggiore chiarezza e giustizia negli incarichi affidati da parte della Regione”. In particolare, Ceccarelli ha sottolineato che adesso “si mette il tetto massimo a tre incarichi successivi” e che, per la parità di genere, se prima “si assisteva a uno sbilanciamento tra la fase di proposta e le nomine fatte” adesso “si verifica il rispetto sulle nomine effettive”.
 
Elisa Tozzi(Lega) ha confermato il voto di astensione del suo gruppo “perché sarebbe stato opportuno, visto l’importanza della questione, un maggiore approfondimento e soprattutto un coinvolgimento della Commissione regionale Pari opportunità”.

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