COMUNICATO STAMPA n. 0284
Eventi: omaggio a Mario Luzi, le sue opere d’arte in mostra
Inaugurata, nel quindicesimo anniversario dalla morte del poeta, la collezione acquistata dal Consiglio. Il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani: “Sono gli oggetti più intimi, oltre 400, tra quadri, libri, opere pittoriche e altro; andranno accuratamente studiati e, nell’interesse generale, diventeranno un bene pubblico”
di Camilla Marotti, 28 febbraio 2020
Firenze– Nel giorno dell’anniversario della sua morte, avvenuta il 28 febbraio di quindici anni fa, Mario Luzi rivive nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso, dove scorrono voci e testimonianze di chi, questa mattina, ha partecipato all’inaugurazione della mostra che mette in visione, per la prima volta al pubblico, l’ultima tranche dell’archivio del poeta. Ovvero la sua collezione di opere d’arte, che il Consiglio regionale ha appena acquisito dagli eredi.
Un vero traguardo, che chiude un cerchio iniziato anni fa e che il presidente del Consiglio regionale,
Eugenio Giani, ‘racconta’ nei passaggi che hanno caratterizzato il fondo Luzi, già custodito al Gabinetto Vieusseux, dall’indomani della morte del poeta. Giani, che di prima mattina ha depositato una corona sulla tomba del poeta nel cimitero di Castello, inaugura quindi l’acquisizione “degli oggetti più intimi, oltre 400, tra quadri, libri, opere pittoriche e altro; andranno accuratamente studiati e, nell’interesse generale, diventeranno un bene pubblico”. “Pochi hanno una visione internazionale e il senso compiuto dell’identità della Toscana come aveva Luzi” afferma il presidente. Il grande poeta, insomma, “era un uomo a tutto tondo”.
E poi, naturalmente, “Mario Luzi è il poeta simbolo della Festa della Toscana, cui dedicò specificatamente una poesia” (
Ab Inferis, scritta nel 2000 appositamente per il Consiglio regionale della Toscana).
Dal soprintendente
Andrea Pessina, della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia, la riflessione sulle oltre 50 opere d’arte visiva e numerosi manoscritti; ritratti eseguiti da artisti come Renato Alessandrini, Venturino Venturi, Silvio Loffredo, Silvano Campeggi, Enzo Santini e altri. “Questa raccolta d’arte appartenuta al poeta - ha spiegato – così numericamente consistente, si carica di una particolare valenza storico-artistica e documentaria rispetto alla rilevanza della figura del poeta e alle sue vicende biografiche, in stretta relazione con la sua opera”.
Dalla ‘miscellanea di opere’ appartenute a Luzi emergono una serie di opere grafiche che hanno accompagnato l’attività dell’autore. Tra gli artisti presenti in questa sezione Piero Cascella, Carla Accardi, Luca Alinari, Salvatore Cipolla; incisioni di Morandi e Severini; e poi ancora poesie inedite, manoscritti autografi. Materiale che il poeta amava tenere a portata di sguardo nella sua abitazione privata, a Firenze, nel quartiere di Bellariva. Una raccolta che, ha precisato ancora Pessina, nel 2011 è stata dichiarata d’interesse culturale nazionale, in virtù dell’essere un’insieme significativo.
Nelle teche allestite al primo piano di palazzo del Pegaso, ecco infatti volti e sguardi delle sculture, figure e paesaggi dipinti, le parole vergate da Ungaretti con l’inconfondibile stilografica verde; la dedica di Mario Tobino.
“E’ un’operazione importante e condotta nel migliore dei modi” afferma
Gloria Manghetti, direttore del Gabinetto Vieusseux presso cui è custodito l’archivio già acquisito dalla Regione precedentemente: “Un patrimonio straordinario di manoscritti, ritagli di giornale, libri con dedica e non, in sintonia con la sua biblioteca, dove erano conservate le carte di grandi poeti”, aggiunge. Il direttore guarda avanti e spiega che “Grazie a questa memoria fisica critica di carte e libri c’è una grande Firenze, una storia che continua a parlarci”. “Crediamo molto nella narrazione – spiega Manghetti –; vedo i ragazzi, quando vengono con le visite guidate nel nostro archivio, ascoltare le storie di questi artisti, che sono poi uomini e donne, scoprire le loro biografie attraverso le loro carte e i loro libri. E’ un seme che viene gettato”.
Un futuro che si profila dopo un lungo percorso che
Gianni Luzi, il figlio del poeta, ripercorre in sala Gonfalone, anche per riconoscere i meriti di chi ha lavorato, per anni, per arrivare a oggi, 28 febbraio 2020: “una data tonda”. E ringraziamenti anche al grande poeta, non solo perché è stato un grande intellettuale, ma “come amico, umanamente”. Glieli fa
Marco Marchi, docente universitario, componente del comitato scientifico dell’Associazione La Barca, che si occupa della valorizzazione della figura di Mario Luzi.
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