COMUNICATO STAMPA n. 1447
Festa della Toscana: Giani, una ‘dimensione universale’ dentro ciascuno di noi
Festeggiato insieme a rappresentanti delle istituzioni e tanti cittadini il ventennale della ricorrenza contro la pena di morte. Apertura straordinaria di palazzo del Pegaso. In sala Gonfalone la prolusione del presidente dell’Assemblea regionale, con i consiglieri Luciana Bartolini, Marco Casucci e Francesco Gazzetti
di Paola Scuffi, 30 novembre 2019
“Dal Rinascimento al Granducato, al cinquantennale della costituzione della Regione Toscana”, questo il viaggio proposto dal Consiglio regionale per le celebrazioni del ventennale della Festa della Toscana, salutate oggi, sabato 30 novembre 2019, con l’apertura straordinaria di palazzo del Pegaso.
“Celebrare la Festa della Toscana è per noi segno di civiltà, una civiltà che ci porta a guardare al domani investendo sui valori e sulla cultura, elemento di crescita per tutti: ciascuno di noi vede davanti a sé l’infinità dell’Universo, ma al tempo stesso è portatore di una dimensione universale e degna di unicità, una dimensione dell’essere per l’altro, che rende unica la nostra regione, una realtà che dà molto all’Italia e al mondo, grazie a tutti voi”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, nella prolusione di questa mattina, introdotta dall’attore Alessandro Calonaci che ha dato lettura del proemio e dell’articolo LI (Abolizione della pena di morte) della Legge di riforma criminale n. LIX (30 novembre 1786), voluta dal Granduca Leopoldo, quando la Toscana adottò un nuovo codice penale in cui, per la prima volta al mondo, si decretava l’abolizione della pena di morte.
La Festa della Toscana celebra questo straordinario evento e intende affermare l’impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, come elemento costitutivo dell’identità della nostra regione.
E in una sala Gonfalone, insieme ai rappresentati delle istituzioni e ai tanti cittadini, con le fasce tricolore dei Sindaci a raccontare la vita nei territori, con i consiglieri regionali Luciana Bartolini, Marco Casucci e Francesco Gazzetti, il presidente ha ‘accompagnato’ i presenti nella storia dell’identità toscana. “Dal Rinascimento al Granducato, dalla dinastia medicea a Pietro Leopoldo, l’identità di questa terra si è sviluppata nel nome della cultura e dei riformismo illuminista, grazie a un Granduca che sperimenta nella nostra regione ciò che vi è di più innovativo” ha affermato Giani. Il presidente ha ricordato “l’unificazione dei popoli in circa trecento comunità, che oggi porta la Toscana ad avere 273 comuni, una prova di razionalità di buon governo; la riforma degli ospedali, luoghi di diagnosi, cura e riabilitazione; le scuole pubbliche: e poi ancora gli interventi di bonifica e quelli infrastrutturali”. Questa, ha aggiunto, “è la stagione riformista che crea lo sviluppo della nostra terra”. Infine l’ultima riforma: “Una sorta di legge stralcio, quella del 1786, che non solo ‘non cancella’ la vita, ma che rieduca chi ha sbagliato e senza punire la famiglia dei colpevoli”.
Guardando ai giorni nostri, “Nel mondo, su circa 200 stati, 106 hanno detto ‘no’ alla pena di morte, una cinquantina ce l’ha solo nell’ordinamento e in qualche stato federale è ancora attuata - ha affermato Giani – Voglio solo ricordare un nome: il giovane Greg, condannato a morte negli Stati Uniti, che espresse la volontà di essere sepolto nella nostra terra e fu accolto nel cimitero di Cascina”, in provincia di Pisa (la città dove Pietro Leopoldo firmò l’abolizione della pena di morte).
La Festa della Toscana, che anche quest’anno è ricca di iniziative sul territorio – circa 150 da oggi a marzo 2020 – non poteva non guardare ai giovani. “Coinvolgeremo i ragazzi per comporre un Inno della Toscana – ha promesso Giani – con un vero e proprio concorso nelle scuole”.
In palazzo del Pegaso, per la mattinata (ma si prosegue nel pomeriggio), tanti cittadini sono stati accompagnati nelle visite guidate al palazzo, alla sua collezione d’arte e al cantiere di restauro della sala Affreschi, curato dall’Istituto per l’arte e il restauro di Firenze. Nell’occasione sono state visitate anche le altre esposizioni allestite in Consiglio: “Effetti collaterali” di Nico Paladini e “Potevo farlo anch’io”, mostra fotografica sui campi profughi saharawi.
Infine la possibilità di saggiare il sapore millenario di un’arte rigorosamente toscana, grazie alla degustazione di oli offerta dall’associazione Il Pomario e dai comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Calenzano, Fiesole, Greve, Impruneta, Lastra a Signa, Pontassieve, Reggello, San Casciano in Val di Pesa, impegnati nelle stanze dell’Expo Carlo Azeglio Ciampi (via de’ Pucci) nella rassegna “Olio e arte che passione”.
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