COMUNICATO STAMPA n. 0639
Copas: il ruolo chiave della partecipazione nell’integrazione sociosanitaria
Si è tenuto questa mattina in palazzo Bastogi l’incontro annuale della Conferenza delle autonomie sociali. Hanno partecipato il vicepresidente Giuliano Fedeli e i presidenti delle commissioni Affari istituzionali e Sanità Marco Manneschi e Marco Remaschi
27 giugno 2014
Firenze – La partecipazione dei cittadini e la costruzione di autonomie sociali nei percorsi di integrazione socio sanitaria possono contribuire alla creazione di un sistema di welfare più equo e attento ai bisogni delle persone. Questo il concetto chiave attorno a cui si sono dipanati i numerosi interventi nell’annuale conferenza sullo stato delle autonomie locali in Toscana, organizzata dalla Copas, la Conferenza permanente delle autonomie sociale. L’appuntamento che si è tenuto stamani in palazzo Bastogi, dal titolo “Partecipazione in_utile? Forma e sostanza del ruolo delle autonomie sociali nei percorsi di integrazione socio sanitaria”, ha visto la partecipazione di addetti ai lavori, politici ed esperti del settore. “E’ necessario effettuare una riflessione sulla partecipazione – ha spiegato la presidente della Copas Eleonora Vanni – perché abbiamo molti luoghi di ascolto, ma nonostante tutto la percezione è quella che esistano ostacoli a una vera cooperazione nelle decisioni. Dunque la domanda a cui dobbiamo rispondere è quali siano i luoghi e i percorsi giusti da fare perché la partecipazione abbia una reale incisività nell’assunzione delle scelte”. “D’altra parte – ha proseguito la presidente – ci troviamo davanti a un settore, quello della salute e dei servizi sociosanitari, in cui la crisi ha colpito duramente. Per noi l’integrazione può essere un elemento anche di messa a sistema delle risorse. In Toscana ci sono stati percorsi ed esperienze varie, talvolta a zig zag, a danno di un effettiva rappresentatività delle autonomie”.
A portare i saluti in apertura del convegno, moderato dal vicepresidente della Copas Vincenzo Striano, il vicepresidente del Consiglio regionale Giuliano Fedeli. “La Toscana crede profondamente nel valore della partecipazione ai processi decisionali – ha ricordato Fedeli – perché questo rappresenta un valore aggiunto all’attività istituzionale che non può e non deve spostare il centro decisionale, ma che definisce un modello democratico, che non si chiude in se stesso e interagisce con i cittadini, le associazioni e le parti sociali”. L’importanza della legge toscana sulla partecipazione è stata sottolineata dal presidente della commissione Affari istituzionali Marco Manneschi. “Una legge che si pone in termini concreti e che affronta il problema del dibattito pubblico nelle grandi opere” ha ricordato Manneschi, secondo il quale “è necessario incoraggiare tutto ciò che porta a una maggiore trasparenza dei processi”. “Nel settore sociosanitario – ha concluso il consigliere – il progressivo venir meno delle risorse richiede una grande responsabilità sociale nell’effettuare delle scelte, e occorre che le azioni virtuose siano premiate e quelle poco virtuose eliminate”.
Durante la mattinata sono stati presentati alcuni contributi di ricerca, ancora in fase di definizione. Nicola Sciclone dell’Irpet ha parlato di welfare sostenibile, presentando alcune riflessioni sulla sostenibilità di un modello di copertura universale contro i rischi della non autosufficienza, mentre Giacomo Galletti dell’Ars ha illustrato un progetto della Copas riferito al ruolo del terzo settore nei nuovi scenari delle cure. Numerosi i contributi della tavola rotonda, moderata da Gianluca Testa, direttore della rivista VolontariatOggi.info; oltre ad Eleonora Vanni sono intervenuti Cristiano Gori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Leonardo Bianchi dell’Università di Firenze, Paolo Beni, deputato e componente della commissione Affari sociali, Luciano Franchi, portavoce del forum del Terzo settore della Toscana e Michelangelo Caiolfa, dell’Anci Toscana Welfare.
A concludere è stato Marco Remaschi, presidente della commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale, che ha ribadito l’importanza della partecipazione. “Quando parliamo di territorio parliamo di una grande fetta del settore sociosanitario – ha detto Remaschi – e quindi si capisce quanto è importante l’interazione e il coinvolgimento”. Secondo il presidente della commissione Sanità “purtroppo negli ultimi quattro anni si è puntato di più a un governo del budget che a un governo dell’integrazione sociosanitaria”; sarebbe stato inoltre più opportuno, arrivati a questo punto della legislatura, “approvare un documento per l’integrazione sociosanitaria più snello di quello che si sta discutendo in queste settimane, per rispondere con efficacia e rapidità ai bisogni della Toscana nei prossimi due anni”. “Il processo della partecipazione è utile se si vuole fare una buona politica e delle buone leggi – ha concluso Remaschi -. Bisogna però che i processi siano più rapidi e se c’è bisogno di correggere alcuni strumenti dobbiamo avere il coraggio di farlo”. (cem)
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