COMUNICATO STAMPA n. 0921
Terzo settore: le prospettive di sviluppo
La presentazione dei dati più rilevanti del Rapporto, curata da Paola Garvin, ha spostato il dibattito sulla riforma nazionale ed i suoi effetti in Toscana. Gli interventi di Giacomo Bugliani, commissione Affari istituzionali, Serena Spinelli, commissione Sanità e politiche sociali e della presidente Copas Eleonora Vanni
19 giugno 2017
Firenze – Il primo Rapporto sul Terzo settore realizzato dall'Osservatorio sociale regionale per comprendere caratteristiche e consistenza dei soggetti che vi operano, ci parla di una galassia dinamica, in continua trasformazione, rivolta ai cambiamenti sociali, economici e culturali, che spingono verso nuovi modelli di welfare locale. Cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale sono antenne sensibilissime ai nuovi bisogni e contribuiscono in modo determinante alla coesione della nostra società. In estrema sintesi è questo il quadro che emerge dai dati contenuti nel Rapporto, che è stato al centro della Conferenza annuale sullo stato delle autonomie sociali in Toscana.
E' stata Paola Garvin, responsabile dell'Osservatorio, ad illustrarli brevemente nella Sala delle Feste di Palazzo Bastogi. In Italia si è iniziato a parlare di Terzo settore alla fine degli anni '80. L'allora Comunità Europea inventò questo termine nel 1978 per indicare quel soggetto separato dallo stato e dal mercato, che contribuisce, alla pari dei primi due, al benessere, alla coesione sociale ed al progresso della società. Un soggetto, quindi, strutturato e organizzato di natura privata volto alla produzione di beni e servizi a valenza pubblica o collettiva.
Un soggetto che oggi viene collocato nell'area del no profit, organizzato per tipologia e status giuridico, operante in modo diffuso nel sistema di welfare italiano e toscano, tanto da essere diventato ormai indispensabile non soltanto per i servizi che fornisce, ma anche per i valori che riesce a produrre ed a riprodurre nelle società locali nelle quali opera. C'è il mondo della cooperazione sociale, più vicino all'idea di impresa sociale, e il mondo del volontariato e della promozione sociale, più legato alla dimensione della gratuità e del dono. Giacomo Bugliani (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali, ha sottolineato che molte delle risposte alle esigenze dei territori vengono dall'intervento attivo del Terzo settore. "I dati sono significativi: il dato formale parla di oltre seimila unità – ha osservato - ma il mondo no profit, formale e informale, raggiunge la soglia di quasi ventiquattromila unità, un dato importante anche dal punto di vista delle risorse umane, coinvolte in circa 490 mila unità, di cui 430 mila volontari". Il presidente della commissione Affari istituzionali ha sottolineato la difficoltà che le istituzioni incontrano nell'adattarsi ai cambiamenti della società. "La Regione Toscana deve continuare nel suo impegno, soprattutto di carattere economico, perché il Terzo settore possa continuare a dare risposte all'uomo e all'individuo, a ciascuno di noi, per il suo sviluppo nella società – ha concluso Bugliani –. Spero che la collaborazione istituzionale tra la Conferenza per le autonomie sociali e la mia commissione possa svilupparsi sempre più, anche nella fase di programmazione".
Una prospettiva condivisa. "Dobbiamo pensare al Terzo settore come ad un attore sociale ed economico fondamentale, portatore di una cultura solidaristica e di servizio, in grado di contrastare una crisi che ancora ha difficoltà ad essere superata". Lo ha sottolineato Serena Spinelli (Articolo 1-Mdp) della commissione Sanità e politiche sociali, sottolineando che la vera sfida per i volontari è quella di "essere cittadini accanto a cittadini".
Il rapporto tra Terzo Settore e amministrazione pubblica è stato più volte, nel corso del dibattito, al centro di analisi e riflessioni, anche alla luce delle novità normative in arrivo.
"La riforma del Terzo settore apre l'opportunità di mettere a sistema tutte le organizzazioni del Terzo settore e valorizzarle nel loro ruolo all'interno della società – ha sintetizzato la presidente Eleonora Vanni – Certo, intervenendo su un settore così complesso e diversificato, possono nascere interrogativi per le singole realtà, anche per il modo in cui questo è avvenuto. La Copas intende aprire un confronto su questo". In particolare Vanni ha precisato che dopo il 3 di luglio, termine di scadenza della delega, cui seguirà la pubblicazione dei decreti attuativi, la Conferenza "proseguirà nella sua azione di monitoraggio, insieme ai forum e gli altri organismi istituzionali, per fare in modo che gli esiti della riforma nazionale possano coordinarsi al meglio con la normativa e l'attività della Toscana". (dp)
Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana