Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy dei siti del Consiglio regionale della Toscana.
» Comunicati » Comunicato Indietro

Comunicati stampa gruppi politici

Condividi

Gruppo consiliare Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani - 27 marzo 2015

 
dal   
  al     
 

Piano paesaggistico. Sgherri (PRC in Regione): “ Vetero sviluppisti e picconatori battuti. Difficile per loro salire sul carro del vincitore. Impegno nostro premiato. Dopo un lungo e faticoso lavoro possiamo dire che il piano è salvaguardato”.

Piano paesaggistico. Nella forma una “catastrofe”, nell’esito un buon risultato. Una catastrofe perché per la prima volta si usa il mezzo di un “maxiemendamento” per annullare mesi di lavoro della commissione, anche se a mio giudizio lavoro in commissione con esito devastante. Nel merito una marcia indietro (positiva) rispetto alle “picconature” del Pd in commissione. E’ stato necessaria la tenacia dell’Assessore Marson, l’intervento diretto del Presidente Rossi  e non ultimo il tour de force per 4 giorni al Ministero dei Beni Culturali (co pianificatore insieme alla Toscana) pertornare semplicemente e sostanzialmente alla versione di luglio.
Nella sostanza ritrovo infatti nel maxi emendamento accolto il merito degli emendamenti più rilevanti che io avevo già presentato e che chiedevano di ripristinare il testo adottato a  luglio.
Questo quanto avvenuto fra ieri e oggi.
Una situazione questa che ha registrato fortissime e contrapposte pressioni di coloro che hanno manifestato sotto il Consiglio, quelle dei potentati del marmo e quelle più ragionate ma ferme e ampiamente partecipate di quel mondo ampio e variegato che cerca di difendere il territorio e il paesaggio e che ci chiedeva di tornare alla versione del Piano adottata a luglio, e che ha visto la consegna di oltre 100.000 firme sulla petizione  “Salviamo le Apuane”, promossa da Avaaz.
Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo in Consiglio Regionale.
Con grande fatica abbiamo “incrociato” i testi: quello adottato a luglio, quello con le proposte di modifica della Giunta a seguito delle Osservazioni, quello “picconato” dai consiglieri PD in commissione e quanto uscito emendato frutto della collaborazione col Ministero.
Il risultato ci porta da dire che,  se è pur vero che ormai siamo abituati a vedere molti recitare tutte le parti in commedia pur di rimanere aggrappati al carro del vincitore, ci appare davvero difficile che la triade picconatrice del piano adottato a luglio (cioè i consiglieri De Robertis, Pellegrinotti e Tortolini) possa riconoscersi nel piano dopo il passaggio romano! Quest’ultimo infatti è un sostanziale ritorno proprio alla versione adottata a luglio, soprattutto per quanto riguarda i punti controversi e “picconati” in commissione e quindi un accoglimento sostanziale di quanto chiedevo con i miei emendamenti, presentati e ignorati in quella sede (in particolare nella Disciplina di Piano e in quella dei Beni Paesaggistici): cancellato il tentativo di aggirare le norme per l’escavazione sopra i 1200 metri, salvaguardati i circhi glaciali e vette e crinali integri sotto i 1200 metrie contestualmente regolata l’attività di escavazione. Per quanto riguarda la riattivazione delle cave dismesse esprimo grande soddisfazione perché è stato accolto quanto chiedevo, ossia che fosse eventualmente riattivata solo l’area di cava autorizzata con LR36/80 e non l’intera cava (magari secolare) e che questo limite valesse anche per il calcolo del 30% del marmo ulteriormente scavabile (e non sull’intero scavato della cava negli anni come era uscito dalla commissione).
Per quanto riguarda la fascia costiera, cancellato l’emendamento “cementificatore” inserito in tutte le schede del sistema costiero (ad eccezione di quella Parco dell’Uccellina), dove si dava il via a una massiccia edificazione con ampliamenti, cambio di destinazione, ecc., cancellata la possibilità di realizzazione di nuovi interventi sugli arenili;
Un buon risultato quindi, grazie al lavoro dell’assessore Marson, qualificato e tenace, all’impegno di contrasto e costante informazione e denuncia che noi abbiamo fatto (che ha contribuito al fatto che la demolizione del piano in Commissione non avvenisse nel silenzio assoluto delle sue “segrete stanze”), ma anche della mobilitazione ampia, multiforme e variegata di associazioni, movimenti, e partiti, un “mondo” che si caratterizza per la scelta di assumere la salvaguardia di ambiente e paesaggio come motore di  sviluppo sostenibile e qualificato, e non come freno.
Il difficile inizia ora ed è consegnato alla buona applicazione del Piano, al controllo e alla vigilanza pubblica che deve continuare, al protagonismo delle popolazioni che non si deve sopire: ora saranno i Consigli Comunali ad approvare i piani di bacino che normano come e quanto scavare.
Ora piani di bacino, piani di recupero e valorizzazione paesaggistica  e progetti di recupero saranno sottoposti a valutazione paesaggistica con parere vincolante da una commissione regionale appositamente istituita.
E’ la sconfitta del partito renziano, che al di là della facciata rinnovatrice nasconde invece una visione sviluppista di sfruttamento del territorio attenta solo ai grandi interessi.  

Responsabilità di contenuti e aggiornamenti a cura dei singoli gruppi consiliari e/o del Portavoce dell'opposizione