Forza Italia - 19 marzo 2015
Riordino della normativa sull’edilizia residenziale pubblica, Forza Italia: “L’ennesima occasione persa per la troppa arroganza del PD”
“La sinistra aumenta il canone sociale a 40 euro, mentre noi volevamo azzerarlo”
“L’ennesima occasione persa, dopo quella inerente la legge sulla vendita del patrimonio ERP (L.R. 5/2014), visto che la Giunta e la maggioranza di sinistra non hanno voluto affrontare complessivamente il riordino normativo relativo a tutte le politiche abitative pubbliche”. Questo il commento del gruppo consiliare regionale di Forza Italia, che ha nel merito presentato un’organica riforma respinta dalla maggioranza. “La nostra proposta – argomentano il capogruppo di Forza Italia Giovanni Santini ed i Consiglieri forzisti Paolo Ammiratie Jacopo Ferri– prevedeva il riordino delle Lode e delle Agenzie per la Casa, il vero sblocco delle vendite delle case popolari ed infine il riordino della nota L.R. 96/96 disciplina per l’assegnazione e determinazione del canone di locazione degli alloggi ERP”.
“La mancanza di dialogo e di confronto ha portato invece la maggioranza a limitare il proprio intervento normativo sulla riforma (pur necessaria) della L.R. 96/96 – proseguono gli esponenti azzurri – Troppo poco e, per certi aspetti, fatto anche male. Tanto che il nostro voto non poteva non essere contrario”.
“I motivi della nostra contrarietà alla legge di riforma della 96/96 della Giunta – incalzano Santini, Ammiratie Ferri– deriva principalmente da 4 considerazioni:
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la proposta di riordino è solo parziale e non ha avuto il coraggio di mettere subito mano alla riforma della governance sulle politiche abitative pubbliche. In particolare serviva una virata sul numero delle Lode (che per noi doveva scendere da 11 ad 1), ma soprattutto in merito alle società per la casa, partecipate interamente dai soli comuni, che si occupano della gestione del patrimonio.
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L’aumento del canone sociale passato da 12,50 euro al mese a 40 euro rappresenta un vero e proprio schiaffo nei confronti dei ceti meno abbienti, che già oggi registrano forti difficoltà nel pagare il canone sociale. Ricordiamo che nella proposta di Forza Italia, bocciata dalla maggioranza, il canone sociale sarebbe stato azzerato.
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Il numero degli anni di residenza per poter fare domande per un alloggio ERP, che nella legge presentata dalla Giunta è stato portato a 5 anni, sarebbe dovuto essere innalzato, così come proponeva Forza Italia, ad almeno 7 anni in modo tale da premiare significativamente i nuclei familiari legati, per residenza o per lavoro, ad uno specifico comune.
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La previsione dell’intera Regione come ambito di riferimento per poter presentare la domanda per l’accesso ad un alloggio ERP è l’ennesimo errore. Per Forza Italia dovevano essere i comuni a scegliere se permettere a tutti i residenti toscani di poter presentare domanda per l’accesso ad un alloggio ERP oppure riservare tale possibilità solo ai residenti di quello specifico comune. La scelta della Giunta, da noi fortemente criticata, permette ad un individuo residente in Toscana non solo di poter presentare la domanda in uno specifico comune dove non è residente, ma anche di poter superare in graduatoria chi da sempre vive in quel comune e ha le stesse difficoltà economiche”.
“L’ennesima occasione persa quindi – concludono
Santini,
Ammiratie
Ferri– anche se la legge è stata significativamente migliorata grazie agli emendamenti presentati da FI ed accolti in sede di discussione in commissione. Grazie ai nostri emendamenti sono stati inseriti punteggi premianti verso le famiglie tradizionali e verso i figli a carico; è stata modificata la norma sulle occupazioni abusive, seppur parzialmente visto che non sono state incluse anche le occupazioni di abitazioni private come elemento escludente; è stata prevista la possibilità di regolarizzare in ordinaria la posizione di titolari di assegnazioni provvisorie da più di cinque anni ed in regola con i pagamenti del canone; e molto altro ancora”.
“Rimane il rammarico – chiosano – che alcune parti dell’attuale normativa, così come licenziata dal Consiglio regionale a maggioranza, non abbia tenuto conto delle novità riformatrici del settore di cui proprio Forza Italia si era fatta promotrice”.
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