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Forza Italia - 17 marzo 2015

 
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Ticket odissea al Santa Chiara di Pisa, il caso finisce in Regione. Mugnai(Fi) interroga la giunta: «Macchinette a pieno regime e servizi di sportello implementati»

E dopo il caso della signora svenuta il Vicepresidente della Comm. Sanità chiede: «Si attrezzi un punto di primo soccorso presso il vecchio ospedale»

         Finisce sui tavoli della giunta regionale l’autentica odissea che i pazienti del Santa Chiara di Pisa sono costretti ad affrontare per pagare il ticket sanitario: merito del Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) che questa mattina ha presentato un’interrogazione urgente in cui domanda alla giunta regionale di intervenire presso l’azienda ospedaliera pisana «affinché, oltre a valutare l’implementazione dei servizi allo sportello, provveda tempestivamente a garantire il pieno e regolare funzionamento dei dispositivi di pagamento automatico per i ticket». Già perché, come riportato oggi dalle cronache locali, solo una delle macchinette funzionerebbe a pieno regime, mentre le altre sarebbero una del tutto ko e l’altra non adatta ad accettare le nuove banconote da 10 euro.
         In questa condizione, le attese per i pazienti raggiungono picchi fino a tre ore. Ieri, addirittura, a metà mattinata una signora è svenuta. Dopo la prima assistenza ricevuta da un medico che fortunosamente si trovava in coda come lei e da un’infermiera precipitatasi sul posto, ha dovuto però attendere l’arrivo di un’ambulanza da Cisanello. Piuttosto singolare, dato che il fatto è avvenuto in area ospedaliera. Mugnai chiede l’intervento della Regione anche su questo, invocando l’istituzione (beh, forse sarebbe più corretto dire il ripristino) di un punto di primo soccorso entro un’area che è sì in dismissione, ma che comunque accoglie quotidianamente un bacino di utenza importante, tale da non poter escludere eventi critici.
         La considerazione politica, poi, esce dal sacco degli atti istituzionali: «La Regione taglia servizi, taglia personale… e i cittadini pagano per rimetterci. Cioè: a una sanità più cara, corrisponde un peggioramento dei servizi. E’ assurdo, e quello di Pisa è un caso paradigmatico di quanto andiamo sostenendo da anni».

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