Gruppo consiliare Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani - 11 marzo 2015
Riorganizzazione sanità toscana. Sgherri (PRC in Regione): controriforma che significa solo tagli e privatizzazioni, in perfetta linea con le scelte nazionali.
Riorganizzazione della sanità toscana oggi in aula. “Una vera e propria contro riforma che destrutturerà il sistema sanitario pubblico, che accelererà pesantemente la sua privatizzazione e la conseguente esclusione di quei cittadini che non possono permettersi le cure nel privato, che colpirà con gli esuberi annunciati le professionalità e i posti di lavoro di migliaia di operatori (con conseguenze nefaste per l’offerta di servizi, contribuendo all’impoverimento qualitativo dell’offerta del pubblico, mentre i cittadini già attualmente pagano di tasca propria più del 30% delle prestazioni sanitarie - la compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini è già oggi in Toscana la più alta d’Italia - e l’11% dei toscani rinuncia a curarsi), che marginalizza ancor di più i territori montani e insulari, con la chiusura o ridimensionamento di decine di piccoli ospedali e presidi sul territorio: risultato una sanità privata forte e ricca (per chi potrà accedervi) e una pubblica povera e residuale per gli altri.
Nella sostanza si fa finta di riorganizzare per in realtà tagliare servizi e prestazioni sanitarie. Una precisa scelta politica quindi di destrutturazione del pubblico per come lo abbiamo conosciuto, e che non porterà nemmeno risparmi se non solo colpendo i lavoratori con gli esuberi annunciati.
I problemi di fondo invece rimangono tutti in piedi (allungamento delle liste d’attesa, mancanza della sanità sul territorio, irrisolto il nodo della riduzione dei costi burocratici, ecc) mentre paradossale pare il tentativo di dipingere il presidente Rossi come il combattente della burocrazia e degli sprechi: visto il ruolo di assessore alla sanità per 10 anni e poi di presidente si dovrebbe assumere le sue responsabilità fino in fondo!
Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo in Consiglio Regionale. Insomma – prosegue Sgherri- la linea di andare (e far andare) verso il privato sociale o privato tout court sta facendo il suo corso, mettendo sempre più in soffitta la sanità pubblica e per tutti. Privato per chi può, per gli altri il nulla.
Ben altre dovevano essere le scelte da compiere: la tutela della salute come ricchezza e non come costo, l’assunzione - come baricentro delle azioni da compiere - dei bisogni di vita e di salute del cittadino nella sua completezza, la valorizzazione del lavoro professionale in sanità come elemento capace di riqualificarla e di ricapitalizzarla.
Scelte che avrebbero avuto ben altri risultati anche dal punto di vista del contenimento dei costi.
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