Forza Italia - 4 marzo 2015
Gestione patrimonio immobiliare, unanimità sulla Centrale unica; Mugnai (FI): «Avanti verso una gestione manageriale dei beni»
La mozione approvata dal Consiglio regionale nel tardo pomeriggio di ieri. Primo firmatario il Presidente della Commissione d’inchiesta
Consiglio regionale unanime nel chiedere alla Giunta di «istituire una Centrale regionale unica per le operazioni di gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare in capo al Sistema sanitario regionale toscano, da collocarsi all’interno dell’Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale (ESTAR) come Unità Operativa che raccolga competenze tecnico-amministrative con il conferimento di compiti specifici riguardo alla valorizzazione e gestione del patrimonio»: il risultato è di oggi, con l’approvazione a pieni voti della mozione 947 di iniziativa del Consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai – che ha presieduto la Commissione d’inchiesta a cui è andato il compito di esplorare la gestione del patrimonio immobiliare delle Asl – e firmata dal plenum dei componenti di quella stessa Commissione e da tutti i capigruppo.
La mozione ha dunque avuto vita facile, una volta al cospetto dell’aula che non ha neppure avuto bisogno di innescare un dibattito, passando direttamente al voto. Del resto, gli esiti del lavoro della Commissione d’inchiesta erano stati talmente chiari da dar luogo a un’unica relazione conclusiva in cui, appunto, si esplicitava la proposta, oggi formalizzata nella mozione, di creare una sorta di ‘cervello unico’ per la Toscana che, superati i singoli piani di alienazione delle singole Asl, ne formuli uno regionale sulla cui base procedere poi organicamente.
«A conclusione dei nove mesi di lavori della Commissione d’inchiesta – ha ricordato Mugnai – era emersa a tutti con chiarezza la necessità di avere un management efficace e ficcante rispetto al mercato che invertisse la rotta di una conduzione delle operazioni immobiliari incerta e passiva, con tempi di reazione troppo lenti e soggetta a interessi politici che badano più al consenso elettorale che al vantaggio economico potenzialmente ricavabile dal patrimonio immobiliare: serve un pull di tecnici, che gestisca la materia in modo il più possibile svincolato dalle logiche politiche. Altrimenti, un patrimonio collettivo da 700 milioni di euro almeno è condannato al degrado o a predazioni. In una parola: al deprezzamento e alla svalorizzazione». Tutti d’accordo.
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