Gruppo consiliare Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani - 2 febbraio 2015
La Giunta e il Presidente danno già gli obiettivi alle aziende sanitarie ma la riforma non è ancora approvata dal Consiglio regionale. Sgherri (PRC in Regione):”l’ennesimo grave bypassaggio del Consiglio. E’ ormai un vizio”
Bypassare il Consiglio mortificandone le prerogative, da parte del Presidente Rossi, ormai non è più un incidente di percorso ma è diventata la prassi: prima la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale fatta con delibere di giunta prima dell’approvazione del piano sociosanitario regionale; poi l’annuncio sui giornali, come fosse una svolta fatta, della riduzione delle ASL e della riorganizzazione prima della presentazione al Consiglio Regionale. E adesso, nel bel mezzo della discussione in Commissione Sanità (consultazioni comprese) quella proposta, la Giuntadecide di emanare una delibera che indica gli obbiettivi 2015 per le Aziende Sanitarie, chiedendo il rispetto dei tempi e delle fasi previste dalla riorganizzazione a livello regionale; e la riduzione del numero dei dipendenti strutturati al 31/12, senza che siano definiti parametri applicativi: quanti, quali, dove, come, non è dato sapere!.
L’ennesimo atto di strapotere della Giunta lesivo del ruolo del Consiglio, visto che la legge sarà approvata solo a marzo. Si danno obbiettivi alle Aziende sanitarie sull'applicazione di una Legge che ancora non è stata approvata! Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e capogruppo in Consiglio Regionale
Una proposta di riforma, tra l’altro, che sta subendo fortissime critiche sia per la tempistica (velocissima, per motivi che paiono meramente elettorali e che strozza passaggi democratici fondamentali di approfondimento); sia nel merito, ultimi in ordine di tempo gli strali di tanti sindaci dei territori, fortemente preoccupati del ruolo che avranno nella programmazione, gestione delle risorse e verifica nella continuità assistenziale.
Un atteggiamento offensivo del Governatore Rossi, che non ha oramai rispetto delle più elementari regole nel rapporto tra Esecutivo ed Assemblea legislativa, di cui sorge sempre più forte il sospetto che, se potesse, farebbe volentieri a meno. E che, assumendo come ordinaria la modalità di intervento usata nelle “emergenze”, di fatto si dimostra modalità “arrogante”.
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