Chiurli (Democrazia Diretta), “Secondo l’assessore alla Salute Marroni i flussi migratori non rappresenterebbero alcun pericolo. Ma solo pochi mesi fa le Istituzioni ci assicuravano che l’epidemia era circoscritta ad alcune zone dell’Africa”
“Sul rischio Ebola la Regione Toscana continua a non fornire risposte convincenti”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale
Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta), in base alla replica fornita dalla Giunta ad una interrogazione mirata.
“Secondo l’assessore regionale al Diritto alla Salute Luigi Marroni – dichiara Chiurli - i flussi migratori non rappresenterebbero alcun pericolo nel contagio da virus Ebola. Ma solo pochi mesi fa le Istituzioni nazionali e internazionali ci assicuravano che l’epidemia era e sarebbe rimasta circoscritta ad alcune zone dell’Africa”.
“Oggi l’Ebola è un’emergenza mondiale – continua il consigliere – e solo oggi arriva la risposta dell’assessore a un’interrogazione presentata ad aprile scorso, per conoscere le modalità con cui il Sistema Sanitario Regionale si stesse attrezzando a fronteggiare una situazione di questo tipo”.
“Cercando di ‘
evitare allarmi non giustificati’ l’assessore Marroni asserisce ancora una volta che è tutto sotto controllo – aggiunge Chiurli - e il
sistema della segnalazione immediata dei casi gravi di malattia infettiva, peraltro già previsto da un decreto ministeriale del 1990, funziona regolarmente”.
“Tuttavia – sottolinea il consigliere – in relazione all’
afflusso di rifugiati e profughi nel nostro Paese, autorevoli fonti mediche, si legge nella risposta fornita dall’assessore, evidenziano come le possibilità che un caso di malattia da virus Ebola possa raggiungere il territorio italiano sono scarse, in quanto
il periodo di incubazione della malattia(da 2 a 21 giorni) è difficilmente compatibile con i lunghi e debilitanti periodi di viaggio e di attesa sulle coste africane che i profughi devono affrontare prima di riuscire ad imbarcarsi”.
“Motivazioni poco convincenti – conclude Chiurli – e precauzioni poco incisive, quelle messe in atto dalla Regione Toscana, di fronte a una epidemia che comincia a chiedere il conto anche in Europa. E di fronte a un virus di cui ancora non sappiamo abbastanza”.
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