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Portavoce dell'opposizione - 9 settembre 2013

 
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Suvignano, Fuscagni: «In Toscana c'è la mafia, non solo i suoi immobili confiscati» «Bene la mobilitazione, ma ora bisogna andare oltre i simboli Serve un’agenda legislativa per fronteggiare un pericolo esistente»

«La reazione contro l’ipotesi di messa all’asta dell’azienda agricola di Suvignano, per ciò che essa rappresenta, è concettualmente positiva, anche se il mercato di per sé non è certo sinonimo di malavita; tuttavia spero davvero che le istituzioni toscane, a partire dalla Regione, vadano oltre le mobilitazioni simboliche e aprano gli occhi circa un fatto molto preciso: la Toscana non è più, da moltissimi anni, estranea a fenomeni significativi di infiltrazioni mafiose, in particolare di stampo camorristico».
 
Così Stefania Fuscagni, consigliere regionale del PdL e portavoce dell’Opposizione, che ha attivato un’indagine conoscitiva per fare luce sulla presenza della malavita organizzata in Toscana al fine di adeguare le norme di competenza regionale.
 
«In questi anni molti, anche nelle istituzioni – non certo le forze dell’ordine -, hanno vissuto spesso con la certezza che la mafia non fosse affar nostro e la cultura dell’antimafia in questa regione non raramente si è tradotta in richiami astratti e simbolici. Anche la vicenda dei Georgofili, al di là della forte emozione, non si è poi tradotta in consapevolezza piena circa la presenza di realtà legate alla malavita organizzata. Ciò che dobbiamo invece capire, senza allarmismi ma con profondo realismo, è che la malavita organizzata anche di stampo mafioso è tra noi e opera in Toscana. La nostra regione, come le regioni del centro-nord, non possono più, da decenni, dirsi indenni a fenomeni se non di insediamento certo di infiltrazione e purtroppo la crisi economica, insieme alla stretta all’accesso al credito, ha rappresentato e rappresenta un volano per la malavita organizzata di potenza straordinaria. I settori più a rischio sono settori di stretta competenza regionale ed è per questo che serve una nuova agenda anche legislativa che faccia fronte ad un fenomeno che esiste e che va affrontato ben oltre le battaglie simboliche. Spero - conclude Fuscagni - che il “caso” Suvignano non sia solo una “fiammata” destinata a spegnersi nel giro di pochi giorni, ma sia l’inizio di una consapevolezza nuova e maggiore circa la presenza di attivi settori legati alle  mafie e quindi circa anche i rischi che la Toscana corre soprattutto la Toscana delle piccole e medie imprese che sono sane e che dobbiamo proteggere da “abbracci letali”».
 

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