La
valorizzazione delle città murate della Toscana è l’obiettivo del bando per la concessione di contributi ai comuni previsti dalla
legge regionale 46/2016.
Il Consiglio regionale, organo di rappresentanza della comunità toscana, riconosce il valore storico e culturale del patrimonio architettonico costituito da fortificazioni murarie. Per la valorizzazione di questo patrimonio, la legge regionale 46 del 2016 disciplina interventi in favore dei comuni con
mura storiche ed edifici in esse inglobati,
torri e
castelli.
Tramite i contributi una tantum in conto capitale il Consiglio regionale permette dunque ai comuni beneficiari di ripristinare l’accessibilità ai luoghi e la creazione di percorsi culturali, per promuovere e valorizzare l’appartenenza identitaria per i cittadini residenti e una maggiore capacità di richiamo in borghi, città e castelli per i turisti.
La presenza di mura storiche per borghi e città è una costante nel contesto della Toscana e rappresenta un dato identitario rilevante del territorio. Qui, infatti, sono presenti a tutt’oggi strutture murarie di varie epoche in tutte le città capoluogo di provincia e si contano due dei quattro capoluoghi di provincia italiani che conservano una cinta muraria integra: Lucca e Grosseto. L’edificazione di cinte murarie attraversa tutte le fasi della storia della Toscana. Tali edificazioni, infatti, sono presenti a partire dall’epoca etrusca e romana, nella quale l’uso della delimitazione muraria delle città prende avvio; in età medioevale, quando il ruolo difensivo delle fortificazioni murarie era essenziale e, col medesimo scopo, anche l’edificazione di castelli e torri. All’epoca dei liberi comuni, le città divennero luogo d’incontro e commercio e le strutture murarie, con gli edifici connessi, assunsero un prevalente ruolo di difesa della comunità nel suo complesso e quindi elemento urbanistico. Nel Rinascimento, epoca in cui il valore architettonico si aggiunse al ruolo strategico e difensivo, si ebbero altissime espressioni di carattere progettuale. Nell’800 il diffuso fenomeno di rifacimento e di innovazione urbanistica, motivato dall’espansione demografica, ebbe in Toscana il suo culmine nei lavori per Firenze capitale e condusse alla distruzione di buona parte del patrimonio murario esistente.